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Il regalo a Babbo Natale

Mancavano pochi giorni al Natale, tutti gli animali del bosco si riunirono perché avevano deciso di fare un regalo a Babbo Natale. Un membro di ogni animale andò nel luogo stabilito da Arturo, il Gufo saggio, a cui spettavano tutte le decisioni. Egli chiese che ogni animale esprimesse la sua idea, le migliori sarebbero state messe al voto e quella che avrebbe ottenuto maggior punteggio sarebbe stata il regalo per Babbo Natale.

Io propongo dei nuovi stivali, disse la lepre Tippete, io un vestito nuovo, disse il timido topolino Tip, carte da regalo, urlò la Maga Cornacchia, un pettino nuovo, disse Cip, lo scoiattolo. Tanto cibo per l’inverno pronunciò timidamente la piccola formichina Zip. La volpe Lady , molto astuta, propose una borsa termica per riscaldarsi durante il viaggio. Il porcospino Trey disse che poteva essere utile una bussola, così poteva orientarsi anche nella nebbia. L’orsa Minnie, molto vanitosa, propose una boccetta di profumo.

Insomma ognuno disse la sua ma al Gufo saggio nessuna di queste idee piaceva. O erano cose che possedeva già ma ancora in ottimo stato o erano troppo moderne o troppo banali. Le idee continuarono a manifestarsi tra tutti gli animali ma nessuna veniva presa in considerazione. Possibile che non si potesse trovare qualcosa di particolare, qualcosa a cui tutti avrebbero potuto partecipare. Pensa e ripensa al gufo venne un’idea! Un bel materasso nuovo. Sapeva che, dato il peso di Babbo Natale, quello che aveva non lo faceva più riposare bene e al mattino si alzava sempre pieno di dolori.

Propose quindi di votare tra: vestito, stivali, carte da regalo e borsa termica e logicamente anche il materasso. Ogni animale votò. La preferenza all’unanimità fu verso un nuovo materasso. Ogni sera andando a letto, nel tepore di quest’ultimo, si sarebbe ricordato del regalo ricevuto da tutti gli animali del bosco.

All’opera quindi, bisognava lavorare di buona lena per trovare l’imbottitura e cucirlo.

Le pecore e le capre della fattoria offrirono un po’ di lana del loro mantello, i cavalli del crine, le oche e le anatre delle piume.

Chiesero aiuto ai vari ragni per tessere la tela, ai gatti della fattoria chiesero dei peli per cucire insieme i pezzi.

Adesso avevano veramente tutto. Bisognava mettersi all’opera. Centinaia di formiche si misero in fila per trasportare i vari pezzi, gli uccelli dai becchi lunghi servivano per cucire, il crine del riccio per forare la tela in cui poi sarebbe passato il filo del gatto. Il becco del picchio lo tagliava finito di cucire.

Ognuno aveva la sua parte, tutti collaboravano, felici di poter fare qualcosa di utile anche loro per Babbo Natale. E il Gufo? Egli dirigeva, perché si che era saggio ma gli piaceva anche molto dormire.

Giunsero alla fine e guardarono tutti insieme il lavoro. Era venuto proprio bene! Era morbido e grande. Sarebbe stato bene nel letto del loro amico.

Aspettarono che Babbo Natale partisse con le renne per entrare in casa, sostituirono il vecchio materasso con quello nuovo. Era proprio giusto nel letto e come ci stava bene! Erano tutti molto stanchi ma contenti, avevano lavorato tutti insieme, in armonia e nessuno era stato più importante dell’altro. Erano tutti uguali, avevano imparato che si può vivere insieme se si ha tutti un medesimo scopo.

Babbo Natale e la casa nel bosco

In una piccola casa nel bosco
viveva un uomo, era un po’ orso,
non gli piaceva molto parlare,

ma tutto il giorno si dava da fare.

Tagliava la legna, curava gli uccelli,
amava molto i pipistrelli,
erano brutti, nessun li voleva,
forse per questo ad esso piacevan.

Un giorno al caldo, nella casetta,
mentre di fuori c’era tempesta,
si mise a pensare: “Che vita che faccio,
sono qui solo, con questo tempaccio.

Io sono qui, nella casetta,
sono al caldo, ma nessuno mi aspetta.

lo so, non amo molto parlare,
ma se insisto ce la posso fare”.
Chiamò a raccolta i suoi amici animali,
doveva lasciarli e andar dagli umani,

solo così poteva trovare
un nuovo amico con cui conversare.

Qualcosa di bello doveva portargli,
qualcosa di raro doveva fargli,
prese del legno e cominciò a lavorare,
fece un carretto, poteva bastare.
Ma fece ancora tanti altri oggetti,
venivano bene, eran perfetti.

Un cavallino, la macchinina,
anche un pupazzo e la bambolina.
E mise tutto dentro un sacco,
pesava tanto, era proprio fiacco,

chiamò allora degli amichetti,
erano gnomi, piccoletti.

Avete capito di chi parliamo,
e che ogni anno noi festeggiamo?
È Babbo Natale, che ama i bambini
e porta i doni anche ai birichini.

Babbo Natale e la nursey

Babbo Natale quest’anno era proprio contento, i suoi amici Elfi avevano lavorato tantissimo e, oltre aver costruito i regali richiesti dai bimbi tramite le letterine pervenute, erano riusciti a fare alcuni giocattoli in più nel caso fossero giunte nuove lettere all’ultimo momento. Era riconoscente verso i suoi piccoli aiutanti, sapeva che senza di loro non sarebbe stato in grado di portare a termine tutti i preparativi per il Natale.

Era quindi giunta la notte di Natale, caricò sulla slitta tutti i sacchi dei doni, attaccò le sue 9 adorate renne : Dixen Vixen Comet Dazzle Cupid Donner Prancer Dasher e Rudolph, l’ultima arrivata, che era diventata  la capo renna.

Le legò ben bene alla slitta e partì per consegnare i doni richiesti. Iniziò con il primo camino e continuò così per tutta la notte.  Dopo aver consegnato tutti i pacchetti si sentì molto stanco ma felice perché aveva esaudito il desiderio di molti bambini.

Quando fu pronto per ritornare a casa si accorse che in fondo alla slitta era rimasto un sacco ancora pieno di doni. Si ricordò allora dei giocattoli che gli elfi avevano costruito in più. Cosa fare? Non poteva di certo riportarli indietro, stava inoltre venendo una fitta nebbia e riusciva a orientarsi poco, doveva trovare subito una soluzione. Ecco che intravide tra la nebbia una forte luce. Si avvicinò e vide un edificio con una croce rossa, il colore che amava perché era il colore del cuore e anche del suo vestito. Si avvicinò cautamente e noto che all’interno vi era trambusto. Capì che era una nursery. Vide persone vestite di bianco, altro colore a lui molto gradito perché gli ricordava la neve. Alcune persone allegre, si giravano tra piccoli lettini ma, guardando bene, vide delle culle in cui dormivano dei piccolissimi bambini, uno accanto all’altro, come dei bellissimi angioletti uniti per farsi compagnia. Sicuramente erano nati da pochissimi giorni, e molti di loro piangevano. Il suo istinto da Babbo Natale prese il sopravvento, doveva dar loro i regali del sacco, perché questi bimbi sicuramente non avevano scritto la letterina. Ma come poteva portare a loro dei giocattoli che erano più grandi di loro?

Pensa e ripensa non trovò nessuna soluzione, sapeva che doveva lasciare quei giocattoli lì. Aprì il sacco e con grande sorpresa vide che conteneva solo piccoli carillon di legno, tutti uguali, con una dolce musica di Natale come sottofondo. Quanto amava i suoi Elfi, loro sapevano, avevano predisposto tutto e solo lui non aveva capito. Gli elfi sapevano che questi bimbi erano nati e non avevano nessun regalo.

Quando tutti si allontanarono mise un carillon vicino ad ogni bambino e poi sparì nella notte buia e fredda. Mentre si allontanava la musica nei carillon iniziò a suonare, tutti i bimbi con questa dolce ninna nanna si addormentarono. Questa soave musica lo accompagnò per tutto il lungo viaggio verso casa. Era felice.

Dopo una buona cena e un meritato riposo sarebbe stato pronto a iniziare a lavorare per il  prossimo Natale. 

Sognare il Natale

In casa scoppietta il camino,
una luce fioca nell’abbaino,
Babbo Natale se n’è già andato,
chissà se a casa è già arrivato.

I bimbi stanno ancora giocando
e alla scuola non stanno pensando,
c’è ancora nell’aria odore di festa
e molti sogni ancora nella loro testa.

Ma i nostri cuori non sono sereni,
ogni giorno è pieno di mille pensieri,
vediamo i bambini che stanno soffrendo
e tutti quelli che stanno morendo.

Non può esserci pace per tutto questo,
puoi solo pensare che è disonesto
che alcuni bambini siano contenti,
ma molti altri siano dolenti.

Ma non c’è niente che possiamo fare?
Non abbiamo risorse da sfruttare?
Noi mamme e nonne possiamo solo pensare,
che ogni bambino ha il diritto di sognare.

Gli elfi e Babbo Natale

Siamo gli elfi e siam piccini,
noi piacciamo a tutti i bambini,
ma non abbiamo ancora capito
se è per i doni o il nostro vestito.

Scendiamo all’alba dal nostro lettino
e ci portiamo dietro un catino,
una campana rimbomba nell’aria,
è la nostra sveglia ed è necessaria.

Tutti di corsa andiamo a lavarsi,
è un grande caos per accaparrarsi,
sia il sapone che l’asciugamano,
facciamo presto o la colazione saltiamo.

Poi profumati e tutti bellini
andiamo a finire i giocattolini,
chi è addetto alle bambole o ai trenini,
chi ai peluche o ai cavallini.

Che bella atmosfera che noi creiamo,
una musica dolce nell’aria sentiamo,
siamo ancora assonnati e anche stanchini,
ma Natale è vicino: pensiamo ai bambini!

Ecco, siam pronti, è tutto finito,
facciamo i pacchetti con qualche candito,
le renne aspettano che i sacchi mettiamo,
son pronte a partire e tutti aspettiamo.

Ecco Babbo Natale, è ancora più bello,
per noi lui è un caro fratello,
no , anzi, qualcosa di più,
gli vogliamo un gran bene tutti quassù.

Ed ecco che partono, con un saluto,
anche questo Natale abbiamo potuto
costruire giocattoli per i bambini,
siamo proprio contenti, anche se siam piccini.

Festeggiamo il Natale

Per questo Natale un po’ strampalato,
in questi giorni che ricordan il passato,
è molto difficile stare a guardare
quello che avviene in oltremare.

Eppure dobbiamo chinare la testa
e fare lo stesso una grande festa,
per tutti quelli che ci sono vicini,
ma soprattutto per i bambini.

Allora apriamo la nostra casetta,
accendiamo le luci e iniziamo la festa,
Babbo Natale ci porterà i doni
anche quest’anno, se siam stati buoni.

Stampiamo sul viso un grande sorriso,
poniamo il cibo che sarà condiviso,
pensiamo un attimo a chi ci ha lasciato
perché in questo giorno non sia scordato.

E allora facciamo che questa giornata,
possa esser di gioia e non rovinata,
diamo la mano a chi ci è vicino
e non scordiamo che oggi è nato un Bambino.

Babbo natale e la nursery

Babbo Natale quest’anno era proprio contento, i suoi amici Elfi avevano lavorato tantissimo e, oltre aver costruito i regali richiesti dai bimbi tramite le letterine pervenute, erano riusciti a fare alcuni giocattoli in più nel caso fossero giunte nuove lettere all’ultimo momento.

Era riconoscente verso i suoi piccoli aiutanti, sapeva che senza di loro non sarebbe stato in grado di portare a termine tutti i preparativi per il Natale.

Era quindi giunta la notte di Natale, caricò sulla slitta tutti i sacchi dei doni, attaccò le sue 9 adorate renne : Dixen Vixen Comet Dazzle Cupid Donner Prancer Dasher e Rudolph, l’ultima arrivata, che era diventata  la capo renna.

Le legò ben bene alla slitta e partì per consegnare i doni richiesti. Iniziò con il primo camino e continuò così per tutta la notte. 

Dopo aver consegnato tutti i pacchetti, si sentì molto stanco, ma felice perché aveva esaudito il desiderio di molti bambini.

Quando fu pronto per ritornare a casa, si accorse che in fondo alla slitta era rimasto un sacco ancora pieno di doni. Si ricordò allora dei giocattoli che gli elfi avevano costruito in più. Non aveva idea di cosa fossero, ma era sicuro che erano particolari.

Cosa fare? Non poteva di certo riportarli indietro, stava inoltre venendo una fitta nebbia e riusciva a orientarsi poco, doveva trovare subito una soluzione. Ecco che intravide tra la nebbia una forte luce. Si avvicinò e vide un edificio con una croce rossa, il colore che amava perché era il colore del cuore e anche del suo vestito. Si avvicinò cautamente e notò che all’interno vi era trambusto. Capì che era una nursery, nel reparto di Maternità. .

Vide persone vestite di bianco, altro colore a lui molto gradito perché gli ricordava la neve. Tutti erano molto allegri, ma, guardando bene, vide che vi erano delle culle in cui dormivano dei piccolissimi bambini, uno accanto all’altro, come dei bellissimi angioletti uniti per farsi compagnia.

Erano tutti nati da pochissimi giorni e molti di loro piangevano. Il suo istinto da Babbo Natale prese il sopravvento, doveva dar loro i regali del sacco, perché questi bimbi sicuramente non avevano potuto scrivere la letterina.

Ma come poteva portare a loro dei giocattoli che erano più grandi di loro? Pensa e ripensa non trovò nessuna soluzione, sapeva che doveva lasciare quei giocattoli lì. Aprì il sacco e con grande sorpresa vide che conteneva solo piccoli carillon di legno, tutti uguali, con una dolce musica di Natale come sottofondo.

Quanto amava i suoi Elfi, loro sapevano, avevano predisposto tutto e solo lui non aveva capito. Gli elfi sapevano che questi bimbi erano nati e non avevano nessun regalo.

Quando tutti si allontanarono mise un carillon vicino ad ogni bambino e poi sparì nella notte buia e fredda. Mentre si allontanava la musica nei carillon iniziò a suonare, tutti i bimbi del mondo, con questa dolce ninna nanna, si addormentarono. Questa soave musica lo accompagnò per tutto il lungo viaggio verso casa.

Era felice.

Dopo una buona cena e un meritato riposo sarebbe stato pronto a iniziare a lavorare per il  successivo Natale.

Filastrocca: Gesù Bambino

Oggi la mia nipotina
mi è venuta vicina
e mi ha chiesto, d’amblé
“Nonna, il Natale cos’è?”

Cara, il Natale è assai bello,
c’è un bue e un asinello
§e nella grotta un bambino
che giace nel suo paglierino

A fianco ha la sua mamma
che gli mette a posto la paglia,
mentre il suo papà lo governa
e guarda in alto una stella

La nascita di questo bambino
è stata un evento divino,
tutti lo voglion vedere
e accorron per questo ottenere

Ecco il Natale cos’è,
non regali o luci, ahimè,
ma la nascita di questo Bambino
che ha cambiato il destino

Filastrocca :gli elfi e Babbo Natale

Siamo gli elfi e siam piccini,
noi piacciamo a tutti i bambini
ma non abbiamo ancora capito
se è per i doni o il nostro vestito.

Alla mattina di buon’ora
siamo ancora sotto le lenzuola,
una campana rimbomba nell’aria,
è la nostra sveglia ed è necessaria.

Tutti di corsa andiamo a lavarci,
è un grande caos per accaparrarci
sia il sapone che l’asciugamano,
facciamo presto o la colazione saltiamo.

Poi profumati e tutti bellini
andiamo a finire i giocattolini,
chi è addetto alle bambole o ai trenini,
chi ai peluche o ai cavallini.

Che bella atmosfera che noi creiamo,
una musica dolce nell’aria sentiamo,
siamo ancora assonnati e anche stanchini
ma Natale è vicino:pensiamo ai bambini!

Ecco, siam pronti, è tutto finito,
facciamo i pacchetti con qualche candito,
le renne aspettano che i sacchi mettiamo,
son pronte a partire e tutti aspettiamo.

Ecco Babbo Natale, è ancora più bello,
per noi lui è un caro fratello,
no , anzi, qualcosa di più,
gli vogliamo un gran bene tutti quassù.

Ed ecco che partono, con un saluto,
anche questo Natale abbiamo potuto
costruire giocattoli per i bambini,
siamo proprio contenti, anche se siam piccini.