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Pennamania

Si sente parlare spesso dello scrittore come di quella persona che ha molte idee in testa e le trasmette su carta o direttamente su macchina da scrivere oppure, oggi, sul pc. Si scrive anche degli aneddoti curiosi legati alla stranezze di alcuni di essi. 

Ne cito qualcuna:  Honoré de Balzac, per esempio, vestiva un casacca particolare e accendeva quattro candele, prima di gettarsi a forte velocità a scrivere una delle opere più lunghe mai scritta da una singolo scrittore (La Commedia umana, composta da 137 opere).

Joseph Conrad continuò a scrivere con la penna a immersione dal pennino metallico anche dopo l’invenzione della penna stilografica, con in più la tendenza a conservare, dopo l’uso, penne rotte e pennini spuntati per ragioni affettive.

John Cheever scrisse una larga parte della sua opera in mutande, dopo aver raggiunto vestito di tutto punto in ascensore la cantina ed essersi nuovamente spogliato. Pare che avesse paura di interrompere il rituale perché non svanisse l’ispirazione.

Georges Simenon, fino a quando assai tardi cedette alla macchina da scrivere, si preparava al lavoro appuntando 50 matite che allineava sulla scrivania, e se si spezzava la punta ad una cambiava direttamente matita senza perdere tempo.

Inoltre c’era chi oscurava la stanza con le tende anche quando scriveva di giorno, chi si levava le scarpe o le pantofole, chi prima di mettersi a scrivere cercava almeno una pulce da levare da uno dei suoi gatti.. Se ne possono riportare a centinaia di questi casi, ogni scrittore ricerca un metodo, a volte molto bizzarro, per riuscire a concentrarsi e trovare le idee.

Tutto questo scritto per dire che anche io, che mi limito a scrivere favole e filastrocche, ho la mia mania. Non è l’ambiente o un modo di vestire ma qualcosa che ho avuto sin da quando ero ragazzina: la penna. L’ elemento fondamentale è che deve essere rigorosamente di colore blu. La punta deve essere molto fine ma, avendo la mano leggera deve avere un certo tipo di inchiostro. Non deve essere blu scuro ma medio. Ma la mia più grande mania è che ne devo averne a decine in borsa. Se vado a fare spese e ne vedo una di cui mi piace sia il colore dell’inchiostro sia il timbro devo acquistarla. Se mi sottopongono un documento da firmare, da qualsiasi parte mi trovi, la richiedo come regalo a chi mi sottopone il documento o mi faccio dire la marca.

Da qualsiasi parte vada devo avere almeno una penna, non posso farne a meno. È la mia coperta di Linus!

Quando ho compiuto di 18 anni le mie amiche sapevano di questa mia mania ossessiva e mi avevano  fatto come regalo una bellissima penna argentata, dalla silhouette slanciata, categoricamente a inchiostro blu e punta fine. Non ho mai voluto usarla, era un dono troppo prezioso e l’ho custodita per tantissimi anni nella sua scatola originale. Alcuni giorni fa volevo farla vedere alla nipotina ma non ricordo più dove l’ho messa! L’ho talmente custodita bene che l’ho nascosta: ma dove? Sicuramente l’inchiostro si sarà asciugato e non scriverà più. Ma il suo ricordo rimane impresso nella mia mente e nel mio cuore. 

E voi avete anche alcune manie riguardo la scrittura?

Tratto da:
http://ioeditore.gwmax.it