C’era una volta la Signora Maestra

C’era una volta la Signora Maestra. Eh sì, la Maestra, unica, una per ogni classe, che insegnava tutte le materie e che solitamente non cambiava mai per tutta la durata delle scuole elementari.

La Scuola Elementare, nel vero senso della parola. Una volta si chiamava così, elementare perchè apprendevi i primi insegnamenti.

Passavi più tempo con lei che con la mamma, perchè Lei, la Maestra, era lì solo per te, per seguirti, istruirti, educarti, farti crescere culturalmente ma anche emotivamente. Lei ti conosceva perfettamente, sapeva i tuoi punti deboli, sia scolastici sia caratteriali. Sapeva come ti relazionavi con gli altri compagni, sapeva se oggi eri triste o allegra, cercava di metterti a tuo agio durante una interrogazione o una recitazione a memoria di una poesia. Lei ti conosceva talmente bene che capiva se ti era successo qualcosa di negativo a casa, se non avevi dormito bene, se stavi covando una influenza, ma avevi dovuto lo stesso venire a scuola perchè a casa non c’era nessuno. La maestra che non imponeva ma ti conduceva, mano nella mano, sui sentieri della vita.

Le sezioni erano separate, femmine e maschi, ognuno con il grembiulino nero e colletto bianco,  cambiava solo il fiocco, rosa per le femmine e azzurro per i maschi. Le aule erano spaziose, i banchi in legno erano a due posti, con dei piccoli buchi appositi che contenevano i calamai con dentro l’inchiostro per intingerci il pennino alla base della penna. Dovevi stare attento a non toccare i bordi rigidi altrimenti il pennino si “spuntava” e la scrittura non era più nitida ma con bordi frastagliati. Sì che c’erano gli altri pennini di scorta ma cambiarlo significava la sgridata a casa. Una volta che una pagina del quaderno era stata scritta vi si doveva applicare un foglio di carta assorbente per far asciugare l’inchiostro. Il materiale scolastico era molto semplice e poco costoso: un astuccio di pezza che conteneva la penna, la scorta di pennini, una matita, una gomma e, per chi poteva permetterselo, un temperino. A tutti coloro che non potevano permettersi il materiale, lo procurava la maestra.

Due quaderni piccoli, uno a righe e uno a quadretti e il primo libro, l’abbecedario.

A distanza di tanti anni ricordo tutto questo, ricordo il banco a due, la mia compagna di banco e soprattutto ricordo ancora la mia Maestra.

Era una persona dolcissima, dai capelli brizzolati e un sorriso dolce, che esprimeva sentimenti genuini e profondi dell’animo. A lei devo molto, a lei devo avermi capita e rincuorata in un momento molto difficile della mia giovane vita. A lei, che ricorderò sempre con nostalgia e tanto affetto. A lei, che mi ha dedicato del tempo, mi ha educato, amato, confortato, coccolato.

A lei, la Signora Maestra!

                    Genova, 1° elementare

 

 

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