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Il passato e il futuro

Nel paesino di montagna, dove sono solita passare un periodo estivo, quest’anno ho avuto modo di assistere tutti i giorni a un episodio che mi ha colpito con la stessa intensità ogni volta che assistevo alla scena.
Un misto di COMMOZIONE, SPERANZA, AMORE.
Questi sono i tre aggettivi che attribuisco a questo.

In una casa vicino alla mia, che frequento ormai da 34 anni, abita un montanaro, una di quelle persone che non hanno età, che quando li incontri facendo una escursione, ti sfrecciano davanti, oltrepassandoti con naturalezza. Il passo deciso, ritmato, potente.
I suoi anni erano maggiori dei miei e, con invidia, lo vedevo scomparire all’orizzonte.
Sicuramente andava ben oltre alla mia meta, ma sapevo che le montagne erano il suo giardino, le conosceva una per una essendo nato e cresciuto in questo luogo.


Ritornando al mio racconto iniziale, cioè a quest’anno, questo montanaro-scalatore, ha appeso gli scarponi al chiodo e i suoi bastoni da camminata si sono trasformati in bastone da passeggio.
Adesso, alla solita ora, cammina avanti e indietro nel piccolo pezzo di terra del suo giardino davanti a casa.
Ma quello che tocca il cuore è che la sua mano stringe la manina del suo nipotino di un anno e mezzo.
Avanti e indietro, mano nella mano, e forse in quella manina che stringe con forza ricorda e intravede la strada, la salita, la montagna, la fatica, il sudore, la bellezza.
Non si capisce chi dei due sorregge l’altro, perché in quel momento sono una cosa sola.
E tutti i giorni l’uomo accompagna il bambino e questi accompagna l’uomo.
Il passato e il futuro insieme, verso una nuova meta.

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