Ninna nanna: per non dimenticare

Oggi, 27 Gennaio, la Repubblica italiana riconosce il giorno della memoria, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz,

In questo periodo vengono proposti moltissimi film, documentari, dibattiti sullo shoah.

Personalmente ho visto molti film e letto molti libri su questo tragico argomento e ogni volta mi si stringe il cuore pensando a tutti quei bambini, vittime innocenti, che non hanno avuto la possibilità di diventare donne o uomini, mamme o papà. 

Ho sentito in Tv una ninna nanna, Luli. Luli La, scritta da una deportata,  cantata da un soprano e ho voluto documentarmi su questi canti.

Ho ascoltato tante canzoni in lingua Yiddish, ma pur non comprendendo le parole la commozione era tanta.   

La più nota tra le autrici di queste canzoni è Ilse Weber, ceca, morta a 41 anni ad Auschwitz dopo aver passato quasi due anni a Theresienstadt, la fortezza vicino Praga trasformata dai nazisti in qualcosa a metà fra un ghetto e un campo di transito, in cui furono lasciati sopravvivere per un po’ perfino i bambini e dove furono concentrati i musicisti ebrei dell’Europa centro-orientale, che vi composero e allestirono opere importanti.

Quasi tutti quelli che passarono per Theresienstadt continuarono il viaggio verso il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.

Ilse Weber era scrittrice di racconti per bambini, poetessa e musicista. Quando il marito fu selezionato per Auschwitz, decise volontariamente di seguirlo, con il suo bimbo. Lei e il piccolo furono subito gassati, mentre il marito sopravvisse.

A Theresienstadt, Ilse compose una sessantina di poemi, musicandone alcuni. Fra quelli scelti per il concerto, quasi tutti in tedesco (Rita Baldoni sta curando una traduzione italiana), c’era una tenera ninna nanna in cui si immaginava vagare per Theresienstadt desiderando invano la casa e la libertà.

Di lei, che era già una scrittrice nota, sono rimaste molte immagini, tra cui una bellissima mentre suona un mandolino.

E poi Erika Taube, che nel 1942 a Theresienstadt compose un solo canto, Sei un bimbo come tanti altri , musicato dal marito Carlo. Era dedicato al loro bimbo, con loro a Theresienstadt e che con loro morì ad Auschwitz. E ancora, due canti in ceco di Ludmilla Peskarova, deportata a Ravensbruck e sopravvissuta.

Lulinka (“Ninna-nanna”) fu scritta nel ghetto di Łódź poco dopo la morte del piccolo figlio del poeta, Chava. Fu eseguita per prima dalla cantante Ella Diamant all’apertura del centro culturale del Ghetto, e cantata dagli Ebrei di Łódź, sebbene proibita dallo “Judenrat” (il “Consiglio Ebraico” di osservanza tedesca).

Versione italiana letterale (dall’inglese) di Riccardo Venturi

NON PIU’ UVETTA, NON PIU’ MANDORLE (LULINKA)

Non più uvetta, non più mandorle,

tuo padre non è andato via per lavoro

ninna nanna, figlio mio.

E’ andato via e ci ha lasciati qui,

è andato ai confini del mondo,

ninna nanna, figlio mio.

I gufi gracchiano, i lupi ululano,

Dio, abbi pietà e ascolta le nostre preghiere

ninna nanna, figlio mio.

È da qualche parte a vegliar su di noi

uvetta, mandorle, ne ha così tante,

ninna nanna, figlio mio.

Non più uvetta, non più mandorle,

tuo padre non è andato via per lavoro,

ninna nanna, figlio mio.

Sicuramente tornerà presto

da te, figlio mio, mio gioiello, mia corona,

ninna nanna, figlio mio.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *