Stephen Hawking e la Teoria del tutto

Vorrei scrivere qualcosa di questo grande uomo, conosciuto da tutti per la sua grandiosa scoperta dei buchi neri!

Egli, nonostante il suo grande handicap, ha vissuto in pieno la sua vita. Nonostante gli ostacoli ha raggiunto il suo obiettivo ed è diventato uno dei più grandi scienziati astrofisici.

Stephen Hawking nacque l’8 gennaio 1942 a Oxford, sebbene i genitori vivessero a Londra.

Il padre, Frank Hawking, si laureò in medicina e si dedicò alla ricerca nel settore delle malattie tropicali. La madre, Isobel Eileen Walker invece si laureò in filosofia, entrambi nella famosa Università di Oxford, .

L’impegno professionale del padre e il continuo incoraggiare l’interesse del figlio per la scienza avranno un ruolo fondamentale per il futuro di Stephen.

Nel 1950 la famiglia, per impegni di lavoro, si trasferì a St. Albans.

Stephen studiò alla Byron House School, un istituto molto avanzato per quei tempi che si discostava dai metodi di insegnamento più tradizionali. All’età di otto anni frequentò, per un paio di mesi, la St Albans High School for Girls. Successivamente la Radlett School per un anno, e nel settembre 1952, la St Albans School.

Sviluppò sin da subito una genuina passione per la matematica, passione osteggiata dal padre, in quanto preferiva che il figlio seguisse gli interessi paterni in campo medico, ma Stephen non mostrava però alcun interesse nei confronti delle discipline biologiche poiché troppo descrittive e non sufficientemente fondamentali.  

All’epoca l’Università di Oxford non aveva, tuttavia, tra le sue offerte formative la facoltà di matematica, e Stephen si vide costretto a ripiegare sulla fisica, laureandosi poi alla facoltà di Scienze naturali.

Hawking cominciò la sua formazione universitaria nell’ottobre del 1959, all’età di 17 anni, presso la University College. Fu il più giovane tra i suoi coetanei e trovava il lavoro accademico “ridicolmente facile”.Tra il secondo e il terzo anno di studio, Hawking si sforzò “per essere solo uno dei ragazzi”, anche se alcuni di loro lo soprannominarono Einsten, perché “presumibilmente scorgevano segni di qualcosa di meglio”.

Dopo aver conseguito la laurea con lode in scienze naturali cominciò il suo lavoro di laurea al Trinity Hall di Cambridge, nell’ottobre del 1962.

Arrivato a Cambridge, le accresciute difficoltà nell’uso degli arti (che ebbero per conseguenza alcune cadute) lo spinsero a sottoporsi ad accertamenti medici (una mielografia e una biopsia muscolare). Gli venne diagnosticata una malattia degenerativa dei motoneuroni, che comprometteva la funzione di governo della contrazione muscolare: in particolare si pensò allora alla sclerosi laterale amiotrofica (SLA) o a malattia a essa correlata. Hawking cominciò a usare un bastone, e in seguito la sedia a rotelle. Nonostante la depressione seguita alla diagnosi, che ufficialmente gli lasciava solo due anni di vita, proseguì alacremente gli studi, convolando successivamente a nozze con Jane Wilde, sua prima moglie, che gli resterà accanto per venticinque anni, che gli farà da infermiera e dalla quale avrà tre figli. Divorzierà da lei nel 1995 e lo stesso anno sposerà Elaine Mason, sua infermiera personale da anni. Divorzierà da lei nel 2006.

Nel marzo 1966, Hawking ottenne una borsa di ricerca presso la Gonville and Caius College e di lì a breve conseguì il dottorato in matematica applicata e in fisica teorica.

Nel 1974, giovanissimo, fu eletto fellow della Royal Society. Dopo l’elezione l’amico Kip Thorne lo invitò al California Institute of Technology, insieme ad alcuni altri colleghi che lavoravano sulla relatività generale. Si trasferì quindi in California con la famiglia e qui iniziò ad utilizzare per la prima volta una sedia a rotelle elettrica, che gli diede un considerevole livello di indipendenza.

Nel 1979, qualche tempo dopo il ritorno in Inghilterra, Stephen Hawking ottenne la cattedra lucasiana di matematica.Le sue condizioni di salute continuavano a peggiorare, causandogli anche prolungate crisi di soffocamento. Nel 1985 fu ricoverato per una polmonite e attaccato a un respiratore. La situazione era talmente grave che i dottori proposero di spegnere il respiratore. Jane si rifiutò e lo fece riportare con un’aeroambulanza all’Addenbrooke’s Hospital di Cambridge. Qui subì una tracheostomia, in seguito alla quale non riuscì più a parlare.

Un tecnico di Cambridge, l’ingegnere informatico David Mason, in questi anni costruì per lui un sintetizzatore vocale che trasformava in suono ciò che Hawking scriveva su un apposito computer, poi collegato alla sedia a rotelle secondo un sistema inventato dallo stesso Mason. In questo modo Hawking riuscì a comunicare, sebbene molto lentamente e con una frequenza di non più di quindici parole al minuto.

In seguito ai rilevanti problemi nell’articolare le dita venne messo a punto per lui un sistema di riconoscimento facciale, che trasforma in parole i movimenti minimi della bocca, della guancia destra e delle sopracciglia, collegato al computer tramite infrarossi sugli occhiali; questo software, perfezionato nel 2011, è in grado di leggere anche i movimenti oculari, tutto per comporre parole e frasi. Con questo sistema, Hawking riuscì a scrivere quasi 10 parole al minuto.

Il 30 settembre 2009 lasciò la cattedra lucasiana, rimanendo fino alla morte, direttore del Dipartimento di Matematica Applicata e Fisica Teorica.

Hawking è morto nelle prime ore del mattino del 14 marzo 2018 all’età di 76 anni nella sua casa a Cambridge.Come scrivevo all’inizio, prima della sua biografia,  questo uomo eccezionale ha vissuto pienamente la sua vita, con quel pizzico anche di ironia, elemento indispensabile nella vita.

Nessuna barriera ha posto limiti al suo modo di vivere e si è concesso cose che per molti sarebbero impossibili. Ha girato il mondo arrivando persino in Antartide.  

Non è stato solo un brillante scienziato, ma un’icona pop dei nostri tempi, familiare tanto ai fan della serie tv I Simpson quanto a quelli di Star Trek e ultimamente anche alle giovani seguaci della boy band One Direction (grazie a questo divertente siparietto) o ai patiti di The Big Bang Theory.

Nel 1994, il gruppo prog-rock Pink Floyd pubblica l’album The Division Bell. Nella nona traccia, Keep Talking, compare la voce metallica di Stephen Hawking che parla per mezzo del suo sintetizzatore : «Per milioni di anni gli uomini vissero come animali. Poi qualcosa accadde che scatenò il potere della nostra immaginazione. Imparammo a parlare».

Nel 2007, all’età di 65 anni, Stephen Hawking ha sperimentato per alcuni secondi l’assenza di peso in volo parabolico grazie alla compagnia Zero Gravity Corporation.

In mezzo alle numerose pubblicazioni accademiche e le opere divulgative scritte da Hawking figurano anche libri per bambini. Si tratta di una trilogia (George’s Secret Key to the Universe, George’s Cosmic Treasure Hunt, George and the Big Bang) realizzata a quattro mani con la figlia Lucy, tra il 2007 e il 2011. Nelle pagine dei romanzi, le eccezionali avventure del giovane George offrono lo spunto per spiegare con parole estremamente elementari concetti misteriosi e affascinati, come i buchi neri o l’origine della vita.

La Teoria del tutto, è il titolo del film diretto da James Marsh e interpretato da Eddie Redmayne nei panni del giovane Hawking, adattamento cinematografico della biografia scritta dall’ex moglie dell’astrofisico.

Tratto da:

https://it.wikipedia.org/wiki/Stephen_Hawking

https://www.studenti.it/stephen-hawking-biografia-scoperte-fisico-matematico-inglese.html

https://www.focus.it/scienza/scienze/10-cose-che-forse-non-sai-su-stephen-hawking

4 pensieri su “Stephen Hawking e la Teoria del tutto

  1. sara

    Ho visto il film con la mia famiglia quando è uscito al cinema, perché voglio che i miei figli si rendano conto che la vita va vissuta appieno e senza piangersi addosso.
    Grandi insegnamenti <3

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    1. lucia barabino Autore articolo

      Hai perfettamente ragione cara Sara, ma noi esseri umani siamo deboli e piangersi addosso delle volte serve per attirare l’attenzione. Grande film e grande studioso.
      Un abbraccio

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  2. Amalia Bianco

    “Vivo con la prospettiva di una morte prematura da 49 anni, non ho paura della morte, ma non ho fretta di morire, ci sono tante cose che voglio fare prima”. Che grande è stato sotto tutti gli aspetti ed è riuscito a fare davvero molte grandi cose prima di andarsene!

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