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Sally Swatland, la pittrice dei bambini sulla spiaggia

Amando molto il mare e i bambini, non potevo non scrivere nel mio blog la storia di Sally Swatland.

Nella sua vita mi ci ritrovo, avendo avuto un papà violinista e un antenato, Nicolò Barabino,  restauratore di affreschi nelle Chiese di Genova e dei paesi limitrofi.

Sally nasce nel 1946 a Washington, circondata da artisti. Sua nonna era una violinista da concerto, sua zia un’artista di talento e sua madre suonava il piano e cantava in diversi cori.

Sally era super dotata già da piccola, infatti ha iniziato a dipingere all’età di 5 anni, così come le sue due sorelle.

Ha sempre saputo che voleva diventare un artista, forse non era tanto una decisione quanto un istinto generale a guidarla. La sua famiglia ha incoraggiato i suoi talenti naturali acquistandole colori e cavalletti.

Adesso forse questo può rientrare nella normalità, con i vari corsi per bambini proposti su YouTube o altri canali, addirittura ci sono kit di disegni per bambini con impressi i numeri che corrispondono a un determinato colore. Questo facilita molto il tutto, ma è privo di estro.

All’età di sette anni la sua famiglia si trasferì a Greenwich, nel Connecticut, dove trascorse lunghi periodi in campagna e in varie località balneari. La maggior parte dei giorni estivi furono trascorsi giocando in pozze di marea, inseguendo pesciolini, raccogliendo conchiglie ed esplorando.

Durante la sua infanzia e adolescenza Sally ha sempre dipinto e disegnato, sviluppando la sua capacità di osservazione mentre registrava il mondo intorno a lei. Al liceo si è iscritta a corsi d’arte, mentre alla laurea aveva eccelso al punto che le era stato conferito il premio d’arte per la sua classe di laurea.

Nel 1964 Sally entra al Mount Saint Vincent College di Riverdale, New York, come specialista in arte. Nel 1969, frequenta la Art Students League di New York, prendendo il treno tutti i giorni per frequentare le lezioni. Lì studia disegno e pittura di figure e ritratti per sei anni sotto la direzione di Robert Schulz, un illustratore che ha continuato la tradizione di Norman Rockwell ed è diventato famoso per le sue illustrazioni che abbellivano le copertine di molti libri di Zane Gray.

Aveva ricevuto una vasta formazione sia nella pittura di figura che in quella di paesaggio ed era stata introdotta a diversi approcci, ma era alla ricerca del proprio stile e del proprio pubblico.

Un assolato pomeriggio d’estate, mentre si rilassava con sua madre al Todd’s Point, Sally decise di scattare alcune foto di bambini che giocano nelle pozzanghere, catturando il rapporto tra loro e il modo in cui giocano. Sally lo descrive: “La spiaggia è un luogo perfetto per catturare i bambini e le loro relazioni perché sono spensierati, intensi e felici”.

Dal momento che non era in grado di dipingere in quel momento, si è presa il tempo per assorbire ciò che la circondava, memorizzando e studiando l’acqua, la sabbia, i riflessi e l’atmosfera.

Una volta a casa trasse da queste foto lo spunto per eseguire un piccolo dipinto che mostrò agli amici in quali lo apprezzarono molto. Presto comprese che il suo tema preferito era la spiaggia, dove aveva trascorso tanto tempo crescendo.

Aveva trovato il suo soggetto!

Si sposò nel 1070 con Frank Swatland, amico di famiglia, che le è sempre stato accanto collaborando ai suoi progetti,  fotografando tantissime immagini, di aiuto per i suoi dipinti.

Nel 1975 nacque la sua prima figlia, Noelle, che è diventata una delle sue modelle preferite per queste composizioni.

Chiaramente, Sally aveva trovato i suoi soggetti e un pubblico per loro : vedute di bambini che giocano sulla spiaggia o in un giardino lussureggiante.

Quando i suoi figli sono cresciuti (la sua seconda figlia Katie è nata nel 1981), la famiglia ha viaggiato alla scoperta di altre spiagge. Trascorsero molto tempo sulla costa occidentale, esplorando le comunità costiere della California.  Sulla costa orientale, si godettero le spiagge del Maine lungo la North Shore del Massachusetts e fino a Cape Cod. Le spiagge sono diventate una parte importante e stimolante della loro vita familiare.

Per gran parte degli anni ’80, Sally si è concentrata sulla sua famiglia, trascorrendo molto tempo con i suoi figli. Ha continuato con le sue commissioni di ritratti e si è dilettata a catturare i suoi giovani modelli mentre giocavano sulle spiagge e sui giardini che visitavano. La sua macchina fotografica ha continuato ad essere un registratore importante per i suoi dipinti. Trascorreva molti giorni estivi sulle spiagge e nei giardini intorno a Greenwich, dove portava le sue figlie e le loro amiche e le fotografava.

Portava una varietà di vestiti colorati e un assortimento di cappelli, trascorrendo una notevole quantità di tempo alla ricerca dell’abbigliamento giusto. L’ombrello, la borsa da spiaggia, la fascia o la sedia giusta potevano dare un tocco di colore in più al dipinto. I suoi servizi fotografici sulla spiaggia, in particolare, attiravano sempre una folla, soprattutto di bambini piccoli, permettendole di accedere a ancora più modelli.

Nel 1986 ha avuto un incontro casuale con i proprietari di Caspari, un’azienda di biglietti di auguri con sede a New York. Questo si è trasformato in un lavoro e nei successivi 14 anni ha creato più di 150 disegni originali che sono stati utilizzati su numerosi biglietti di auguri. 

Sally ancora spesso dipinge dal suo studio, non ha più bisogno delle foto, conosce così bene l’acqua e la flora che può contare sui suoi sensi.

Attualmente è membro della Copley Society, Società americana degli artisti marini. Ha vinto moltissimi importanti premi ed è stata coinvolta in numerosi enti di beneficenza.

Carl Larsson e la Casa sotto il Sole

Oggi vorrei scrivere sulla originale casa-museo del pittore Carl Larsson e della sua famiglia, essendo uno dei luoghi più visitati in Svezia.

Carl nacque a Stoccolma nel 1853 in una famiglia indigente. Egli iniziò a studiare in una scuola per bambini poveri, ma a 13 anni fu ammesso all’Accademia Reale Svedese delle arti di Stoccolma. Timido e introverso ebbe  difficoltà relazionali, tuttavia, col passare degli anni riuscì a farsi conoscere per il suo talento.

Dopo aver lavorato come illustratore di libri e giornali, nel 1880 si trasferì a Parigi, dove incontrò l’artista Karin Bergöö, che presto diventò sua moglie.

Dopo poco tempo lasciò la pittura a olio, tecnica maggiormente utilizzata da lui, per dedicarsi all’acquerello.

Nel 1988 la coppia si trasferì nel piccolo villaggio svedese di Sundborn, in una casa che fu decorata ed arredata rispecchiando il loro gusto artistico; i loro eredi hanno trasformato questa casa in un museo che è ancora oggi visitabile.

Carl e Karin ebbero 7 figli, e proprio i suoi familiari divennero i soggetti preferiti per le composizioni dei suoi acquerelli. Scene di vita quotidiana.

Si dedicò a molte opere, alcune molto importanti, come gli affreschi al Teatro dell’Opera ed al Museo Nazionale di Belle Arti di Stoccolma, ma con poco riscontro da parte dei critici.

Nelle sue memorie Larsson si dichiarò amareggiato per il riscontro negativo da parte dei critici riguardo il suo lavoro con gli affreschi,  che lui  considerava essere il suo risultato più grande; nelle stesse memorie riconobbe però che le immagini della sua famiglia, per lui,  furono la parte più immediata e durevole del suo lavoro, perché espressione genuina della sua personalità, dei suoi sentimenti più profondi e di tutto il suo amore per la moglie e i figli.

Oggi lo si ricorda soprattutto per l’originale abitazione in Svezia, donata a suo tempo, dal padre di Karin, che negli anni, per esigenze di spazio, avendo 7 figli,  fu ampliata più volte. Venne soprannominata Casa sotto il  Sole. Essi la decorarono uscendo fuori dai canoni di quell’epoca. I colori scuri, predominanti in quel periodo, furono sostituiti da colori chiari e caldi. Fu soprattutto karin la progettista di tutto: creò tappezzerie, tessuti, disegnò i mobili e Carl invece realizzò dipinti murali raffiguranti i loro figli.

La Casa sotto il Sole oggi appartiene ancora ai tanti pronipoti della coppia ed è visitabile.

Carl Larsson morì nella sua casa di Sundborn il 22 gennaio 1919.

Tratto da:
https://it.wikipedia.org/wiki/Carl_Larsson

Frida Kahlo: l’artista

Frida Kahlo nasce nel 1907 a Coyoacán (Città del Messico) da Carl Wilhelm Kahlo, fotografo tedesco e da Matilde Calderon y Gonzales, sposata in seconde nozze nel 1898.

Frida è la più vivace e ribelle di quattro fratelli. È indipendente e passionale, intollerante di ogni regola e convenzione; è anche la più cagionevole di salute perché affetta da spina bifida, cioè una malformazione del midollo spinale.

Con il padre ebbe un buonissimo rapporto che ringrazierà con queste parole:” Grazie a mio padre ebbi una infanzia meravigliosa, infatti, pur essendo molto malato fu per me modello di tenerezza, bravura e soprattutto di comprensione per tutti i miei problemi”. Non facile invece il rapporto con la madre per la freddezza pragmatica e il fanatismo religioso.

 

Non si fece però sopraffare dalla malattia e intraprese gli studi con l’obiettivo finale di diventare medico. Studiò inizialmente al Colegio Aleman, una scuola tedesca, e nel 1922 s’iscrisse alla Escuela Nacional preparatoria. Qui si innamorò di uno studente, Alejandro Gómez Arias.

In questo lasso di tempo cominciò a dipingere per divertimento i ritratti dei suoi compagni.

Ma nel 1925 un evento terribile cambiò drasticamente la sua vita. In seguito a un incidente, tra l’autobus su cui viaggiava e un tram. La colonna vertebrale le si spezzò in tre punti. Si fratturò anche il femore, costole, gamba sinistra e l’osso pelvico.

Subì 32 operazioni chirurgiche. Dimessa dall’ospedale, fu costretta ad anni di riposo nel letto di casa, col busto ingessato.

Tutto questo le provocò una profonda solitudine e ebbe solo l’arte come unica finestra sul mondo.

Nella situazione in cui era costretta iniziò a leggere testi sul movimento comunista e fece il suo primo lavoro, un autoritratto che donò ad Alejandro.

In seguito a questa predisposizione naturale i genitori predisposero un letto a baldacchino con uno specchio sul soffitto, in modo che potesse vedersi, e dei colori. Incominciò così la serie di autoritratti. “Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio” affermò.

Dopo che le fu rimosso il gesso riuscì a camminare, con dolori che sopportò per tutta la vita.

A 21 anni, in seguito ad approvazione del suo talento e per poter contribuire finanziariamente al ménage familiare, sottopose i suoi quadri al famoso pittore del Messico, Diego Rivera. Questi rimase assai colpito dallo stile moderno di Frida, tanto che la prese sotto la propria ala e la inserì nella scena politica e culturale messicana.

Si sposano l’anno successivo, Diego ha 21 anni più di lei ed è al terzo matrimonio. Ma con lui la vita non è stata facile in seguito alla sua continua infedeltà. Di riflesso anche lei ebbe numerosi rapporti extraconiugali.  

In seguito molti altri eventi lasciarono Frida sempre più triste: un aborto spontaneo, il tradimento di Rivera con la sorella Cristina. In seguito a questo divorziarono ma si risposarono nel 1940.

Frida stessa dirà: «Ho subito due gravi incidenti nella mia vita: il primo è stato quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego Rivera».

Lo stile di questa grande artista è ricco di suggestioni surrealiste ed espressioniste a cui aggiunge un tocco naïf che rende le sue opere difficilmente assimilabili ad una qualsivoglia corrente pittorica.

All’inizio i suoi dipinti furono realistici, ritratti della sua famiglia e di amici. Con il passare degli anni i suoi tormenti fisici e psichici tramutarono il suo stile.

Nella sua prima mostra un critico messicano ha commentato:”È impossibile la vita di questa persona straordinaria. I suoi quadri sono la sua biografia”.

Il suo ultimo dipinto “Viva la vida”, eseguito 8 giorni prima di morire, è veramente un ultimo omaggio alla vita. Ritrae dei cocomeri dalla polpa succosa che spiccano, verdi e rossi, su un cielo azzurro.

Frida amava la natura e gli animali. Il meraviglioso patrimonio naturalistico messicano è spesso presente nelle sue opere. I suoi stessi giardini ispiravano i suoi quadri e la consolavano nella sua vita turbolenta.

Ad agosto 1953, per un’infezione con conseguente gangrena, le fu amputata la gamba destra. Morì di embolia polmonare a 47 anni nel 1954. Fu cremata e le sue ceneri sono conservate nella sua Casa Azul, oggi sede del Museo Frida Kahlo.

Le ultime parole che scrisse nel diario furono: “Spero che l’uscita sia gioiosa e spero di non tornare mai più.”

Tratto da:
https://www.festivalculturatecnica.it/chi-e-davvero-frida-kahlo-5-curiosita-su-di-lei/

https://it.wikipedia.org/wiki/Frida_Kahlo

Séraphine Louis de Senlins

Ho finito di leggere da poco tempo un libro sulla vita della scultrice francese Camille Claudel che ho trovato angosciante, al punto tale da non riuscire nemmeno a leggerlo tutto. Non aggiungo particolari del perché ma le motivazioni sono tante.

Ebbene, ecco che senza volere mi imbatto di nuovo in un  caso simile. Questa volta si tratta della pittrice Séraphine Louis de Senlins che come storia si avvicina molto a quella di Camille. Sembrerebbe di leggere la favola di Cenerentola ma questa è una storia vera.

Di lei, come donna e come artista se n’è sempre parlato poco, fino al 2008, in seguito al film di Martin Provost, Seraphine. Il film ha trionfato ai Premi César 2009, con sette premi vinti, fra cui quello per il miglior film e miglior attrice a Yolande Moreau.

Séraphine Louis de Senlins (1864-1942) nasce in francia, ad Arsy, da una famiglia di pastori. Dopo la morte prematura della mamma inizia a lavorare come domestica in un convento, ma se all’inizio credeva che quel mondo fosse il suo ben presto capisce che la sua strada, il suo futuro è fuori, nel mondo.

Continua ad essere una credente devota e, uscita dal convento, la donna inizia a dipingere all’età di quarantadue anni, di sera, alla luce di una piccola lampada a olio, stendendo fogli, tele o pannelli per terra. Dipinge e prega. Recuperava tele e colori come meglio poteva, spesso rinunciando a qualche razione di cibo. Secondo quanto lei raccontava, ad indirizzarla verso la pittura sarebbe stato un angelo o la Madonna.  

I soggetti dei  suoi quadri sono tappeti di fiori, quei fiori che la mamma adorava, tanto che la figlia arrivò a divinizzarla, trasformandola in una Santa.  Per questo non sono semplici decorazioni, ma si distendono sul supporto con una notevole forza espressiva, come percorsi da una semplice, violenta bellezza. i suoi fiori scrutano lo spettatore, come fossero occhi e l’intensa carica onirica e mistica, sottesa a quella produzione. Un costante ritorno ai prati fioriti della madre.

Continuando a lavorare a ore come cameriera per diverse famiglie per mantenersi, ha occasione di lavorare anche per William Uhde, nel 1912, collezionista e critico d’arte. Ma dal carattere riservato Séraphine non parla mai della sua passione.

Ma un giorno William Uhde recandosi  nella casa del vicino nota, appesa tra gli altri quadri, una natura morta, raffigurante delle mele, che colpisce immediatamente la sua fantasia. Un volta appreso che il quadro è stato creato dalla cameriera di entrambi per il critico è una piacevole scoperta. Superato un primo momento di stupore e resosi conto delle potenzialità dell’autrice, decide di comprarle tele e colori, così da favorire l’emergere di un’arte a suo giudizio ricca di immaginazione.

Fu da allora, dalla veneranda età di 48 anni, che Séraphine Louis vide riconoscersi una sorta di talento di stampo naif; un talento che si esplicava però soltanto nell’incondizionata rappresentazione di fiori, piante e vegetazione e che esulava da qualunque altro stampo iconografico.

Ma la carriera della fragile pittrice crollò di lì a poco. La Grande Depressione  del 1929 trascinò  nel baratro gli investimenti di Uhde tanto da farlo quasi fallire come mercante d’arte e curatore di mostre. Non ebbe più la possibilità di acquistare  i quadri e anche gli altri scarsi clienti spariscono. Séraphine  dal canto suo ha sempre usato i proventi della vendita dei dipinti per spese ritenute dissennate, per acquistare oggetti completamente inutili.

Sempre più insicura ed instabile, nel 1931, viene rinchiusa in un manicomio, dove le viene diagnosticata una forma di psicosi cronica con manie di grandezza.

Ma la fortuna critica di Seraphine Louis de Senlis, continuò a coinvolgerla anche quando la sua psiche l’aveva già abbandonata.

Uhde nel frattempo non si lasciò vincere dall’ abbandono della sua artista di punta: il mercante espose le sue opere nel 1932, alla mostra “The Modern Primitives” di Parigi; ancora nel 1937-38 in una mostra dal titolo “The Popular Masters of Reality”, che si tenne in diverse fasi a Parigi, Zurigo ed al MoMA di New York; nel 1942  presso i “Primitivi del secolo ventesimo” in mostra a Parigi, e infine, nel 1945, in una mostra personale delle sue opere sempre nella capitale francese

Seraphine Louis de Senlis invece, abbandonata dal mondo e lasciata macerare a se stessa morirà di stenti e fame all’età di 68 anni, in una Casa di cura a Villers-sous-Erquery, che a ridosso della seconda guerra mondiale, non poteva più garantire una vita dignitosa ai malati che ospitava.

Le su ultime parole furono: “Ho fame!”.

Tratto da:
https://www.stilearte.it/la-favola-di-seraphine-louis-da-cameriera-ad-artista-naif/

http://svirgolettate.blogspot.com/2013/08/seraphine-louis-de-senlis-il-genio-e-la.html

Silvia Plath anniversario nascita

Oggi, 27 Ottobre, ricorre  l’anniversario della nascita di Sylvia Plath.

Nata nel 1932 (oggi avrebbe compiuto 87 anni) a Boston, perse il padre quando aveva solo 8 anni. Questo fatto la colpì così duramente che non riuscì più a sottrarsi a lunghi periodi di depressione.

La separazione dal marito, in modo traumatico,  ha ulteriormente influito sulla sua psiche, anche se aveva due bambini a cui accudire.

Riuscì a porre fine alla sua breve vita tramite esalazione di gas, infatti mise la testa nel forno dopo averlo ben sigillato.

Fini così in tragedia la vita di questa scrittrice.

Fatto ancora più sconvolgente e surreale è che un suo capolavoro “Le muse inquietanti” fu tradotto da un’altra scrittrice, Amelia Rosselli che emulò il gesto della sua collega suicidandosi lo stesso giorno, buttandosi dal 5° piano di un palazzo.

Due vite parallele, due artiste, due giovani donne che non sono riuscite a superare alcuni tristi episodi legati alla loro infanzia.

Sylvia Plath era una fonte inesauribile di poesie, era arrivata a scriverne una al giorno ma le sue opere migliori le scrisse l’ultimo anno di vita ma solo due libri sono stati pubblicati prima della sua morte: The Colossus e La campana di vetro. Le altre opere sono tutte postume.

Nel libro La campana di vetro, che è in parte autobiografico, cita questo passaggio:  “Se mi avesse anche dato un biglietto per l’Europa o per una crociera intorno al mondo, non avrebbe fatto nessunissima differenza per me, perché dovunque sedessi o sul ponte di una nave oppure ad un caffè all’aperto di Parigi o Bangkok, sarei sempre rimasta là seduta sotto la medesima campana di vetro soffocando nella mia stessa aria viziata”.

Con questo si riferisce al personaggio del suo libro ma riflette pienamente il suo stato d’animo.

E così due artiste che avevano tanto da dire e da trasmettere hanno posto fine alla loro vita. E ci lasciano con una domanda dentro il cuore: Perché!

John Sloane: illustratore

Oggi vorrei scrivere qualcosa su questo particolare illustratore americano, cresciuto a Chicago intorno agli anni 50-60.

John Sloane volle essere un artista dal momento in cui seppe tenere in mano una matita. All’età di quattro anni, iniziò a riempire ogni scarto disponibile di carta con disegni. Come iniziò la scuola, gli insegnanti riconobbero subito l’abilità del ragazzo ed lo incoraggiarono a sviluppare i suoi talenti. Mentre era ancora un adolescente, puntò sulla carriera di illustratore. 

Invece di intraprendere un addestramento formale, John entrò all’università per intraprendere un percorso di lettere. Studiò i lavori di grandi artisti americani ed illustratori, mentre sviluppava le sue abilità nel dipingere e nella composizione. Immediatamente dopo la sua laurea, cominciò ad ottenere commissioni indipendenti e creò da allora una clientela fedele di editori e raccoglitori.

Si sposò con Mary Anne e insieme acquistarono una vecchia casa colonica che chiamarono Hearts Haven.

I suoi spunti per il disegno, così come per altri artisti che ho menzionato nel mio blog, vennero cercati e trovati nella campagna circostante. Ogni stagione la natura ci viene incontro, soddisfa ogni nostra esigenza ed è da stimolo per mettere su carta ciò che osserviamo. Le ispirazioni ci sono ovunque.

L’ambiente è un’inspirazione meravigliosa al mio lavoro. Io sono stato affascinato dalla bellezza della campagna e dal cambiamento che fornisce, e la terra mi offre una fonte inesauribile di soggetti. Quando io dipingo un prato o una strada di paese, io sento come se fossi io nel dipinto. Io voglio ritrarre la gioia che sento per la campagna americana. Non c’è niente di più bello del colore di un granaio rosso nella luce del sole contro un cielo blu riempito con nubi bianche. Per me, l’immagine è puramente americana.”

Il suo stile è realistico-naif: spettacolari disegni rurali, natalizi, la natura in tutte le sue stagioni, scene di allegri bimbi e famiglie al completo.

Quello che mi ha colpito ed ho trovato molto particolare sono i disegni da colorare da scaricare online. Non è da tutti realizzare un disegno e sapere che poi verrà rifinito  in maniera non conforme al nostro gusto o alla realtà.

Questo fa di lui un artista particolare.

 

  

 

 
                        Hearts Haven

 
               John Sloane