I miei non Natale

Altre volte ho scritto qualche cosa sul Natale nella mia infanzia. Anche questa volta ne vorrei ricordare uno.

Ero molto giovane, quindi tanti anni fa ed ero entrata da pochi mesi nello scautismo. Avevo 15 anni. Avevo dovuto licenziarmi dal mio lavoro di maglierista perché i miei fratelli avevano preso un bar in gestione e quindi il mio aiuto era necessario. Ero arrabbiata e delusa, amavo il mio lavoro e mi trovavo molto bene ma, vivendo in famiglia non potevo ribellarmi a questa decisione.

Mancavano pochi giorni a Natale, il giorno dopo avrei dovuto partire con le “Scolte” le ragazze nello scoutismo, quando era ancora diviso, per una uscita di 4 giorni.  

Avevo fatto più turni nel bar proprio per potermi “permettere” questa gita ed ero fuori di me dalla gioia.

Non avevo mai fatto questa esperienza con altre coetanee e la divisa era pronta, così come lo zaino in cui avevo riposto l’essenziale.

Ma mio fratello maggiore aveva deciso di “punirmi” così, per niente, negandomi il permesso di parteciparvi. Eppure non avevo fatto niente, avevo svolto il mio lavoro e le mie ore, mi ero guadagnata quella uscita. Non era possibile! Mi chiedevo perché tanta cattiveria nei miei confronti.

Volevo parteciparvi e quindi mi ribellai a quella decisione immotivata. Non sto a inoltrarmi nei particolari successi dopo, perché ancora adesso mi fanno star male, ma a niente sono serviti i miei pianti, il dialogo con la Capo Scout che è venuta nel bar a portare avanti la mia causa.

Aveva deciso così e così doveva essere fatto!

E il Natale di quell’anno è ancora dentro il mio cuore come uno dei peggiori.

 

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